Psicoanalista italiano. Laureatosi in Filosofia a Padova nel 1922, si
dedicò in seguito alla psicologia sperimentale sotto la guida di V.
Benussi. Docente presso il laboratorio di psicologia all'università di
Padova, ne venne allontanato in seguito alla applicazione delle leggi razziali
nel 1938. Conclusasi la seconda guerra mondiale, divenne titolare della cattedra
di Psicologia all'Università Statale di Milano (1948-68). Presidente
della Società psicoanalitica italiana e della Società italiana di
psicologia scientifica, direttore della "Rivista di Psicoanalisi" e della
"Rivista di Psicologia scientifica", si interessò sia di psicanalisi sia
di psicologia sperimentale. Nel primo campo si avvicinò gradatamente alle
teorie freudiane, portando avanti importanti studi sulla psicologia della
testimonianza, nel secondo si occupò prevalentemente di studi sulla
percezione dei colori e del movimento. Tra le opere si ricordano:
Analisi del
concetto di realtà empirica (1926);
Elementi di psicologia della
Forma (1938);
Trattato di psicoanalisi (1949);
Elementi di
psicologia della testimonianza (1953);
Ricerche sperimentali sopra la
percezione cromatica: luce e colore nei fenomeni del contrasto simultaneo, della
costanza e dell'uguagliamento (1953);
Condizioni della esperienza e
fondazione della psicologia (1964). Dedicò alcuni tra i suoi scritti
a problemi di vita della società contemporanea:
Paesi del socialismo e
problemi della democrazia (1957);
Cinema e psicoanalisi (1959);
Psicoanalisi e vita contemporanea (1960);
Il pronipote di Giulio
Cesare (1980);
Mia sorella gemella la psicanalisi (1982);
I
girasoli (1984);
Curar nevrotici con la propria autoanalisi (1987)
(Dolo, Venezia 1897 - Milano 1989).
Cesare Musatti